Consigli degli autori

Le regole per scrivere un romanzo

di
Matteo Righetto
La prima stesura non è una sorta di "brutta copia", bensì un formidabile banco di prova, un laboratorio di ricerca, dove si tenta, si prova, ci si spinge oltre le nostre possibilità per poi magari ridimensionarsi

Quando si scrive una storia, si racconta, si fa narrazione, a volte si ha la sensazione che il flusso delle idee che devono trasformarsi in scrittura sia realmente imprendibile. Il foglio bianco, il monitor bianco… Fino a quando, magari dopo moltissimo tempo, entriamo finalmente nel giusto mood e allora ogni cosa, ogni parola, ogni frase inizia a trovare il suo posto e… si scrive!
 

Molti aspiranti scrittori credono che la scrittura stia esattamente e semplicemente qui, ma si sbagliano di grosso. Si sbagliano perché quella di cui stiamo parlando è soltanto la prima stesura, che è come dire la punta della cima di un iceberg di proporzioni gigantesche. Si crede di scrivere una storia, ma in realtà, se tutto va bene, si sta semplicemente abbozzando una prima stesura. Ma badate bene: la prima stesura non è una sorta di “brutta copia”, bensì un formidabile banco di prova, un laboratorio di ricerca, dove si tenta, si prova, ci si spinge oltre le nostre possibilità per poi magari ridimensionarsi.
 
Quindi la funzione precisa della prima stesura, prima di tutto, è quella di sperimentare. Ma qui vengo al punto: l’immaginazione, la fantasia, le idee, la creatività da sole non bastano per scrivere un romanzo, poiché la cosa più bella si impara col tempo: sperimentare ha infatti le sue regole.
 
Per scrivere ci vuole qualcosa di più, oltre alla passione o allo slancio creativo. Ci vogliono una serie di altre noiose qualità. C’è chi è fortunato e le ha ricevute in dono e c’è chi se le deve faticosamente costruire.
 
Sono tutte qualità che hanno a che fare con la disciplina, e ho scritto che sono noiose perché, ne sono convinto sperimentando io in prima persona, a volte si vorrebbe scrivere e basta. E invece no. Ma a che serve la disciplina nella prima stesura se la prima stesura è un banco di prova, un laboratorio, eccetera? Serve prima di tutto a togliere metà del lavoro che ci aspetta nella seconda grande prova: la seconda stesura (che non è la bella copia!). E serve a migliorarci come scrittori, se vogliamo esserlo, e come lettori (dovremmo esserlo), perché innalza di molto il nostro livello di attenzione.
 
La disciplina mantiene viva la curiosità, ci mantiene legati con un doppio filo alla concretezza della realtà mentre si scrive, ci permette quindi di osservarci e per un autore, questa, è la cosa più importante, perché è direttamente collegata a qualcosa di fondamentale, vitale: l’autocritica. Senza autocritica non si va da nessuna parte, cari aspiranti scrittori, e senza autocritica, credetemi, saranno sempre tutte e comunque prime stesure (in realtà, per chi leggerà, brutte copie).
 
Disciplina, quindi. Talento, disciplina e volontà.

La pelle dell Matteo Righetto è autore di “La pelle dell’orso”,
 edito da GUANDA

 

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