Rassegna stampa

Acqua morta

di
Redazione IoScrittore
Romanzo noir di Michele Catozzi

13 novembre 1981. I due ragazzi, giovanissimi, si sono appartati su una

panchina dei giardini di Sant’Elena: la nebbia veneziana li nasconde ad occhi

indiscreti, nonostante l’ora non tarda. All’improvviso qualcuno si avventa sul

ragazzo e lo riduce in fin di vita. Lei si chiude in un silenzio insano; dopo alcuni

tentativi di indagine andati a vuoto il caso viene archiviato. 30 aprile 2012.

Mentre un’alba rosata e già troppo calda contende il cielo della laguna alla

foschia, un cadavere affiora dalle acque di un canale secondario grazie alla

bassa marea; un uomo, intento a raccogliere abusivamente vongole, s’accorge

del corpo. Al commissario Nicola Aldani – che in teoria dovrebbe essere in ferie

– tocca alzarsi prestissimo e uscire di corsa, prendere il motoscafo guidato

dall’agente di turno e recarsi sul luogo del ritrovamento. Ma le seccature sono

destinate ad aumentare nel giro di poco. Il morto è Mirco Albrizzi, noto

imprenditore e faccendiere della zona, nipote di un politico di peso, “uno molto

ammanicato. Come si suol dire”. Causa della morte un colpo di pistola a

distanza ravvicinata. Si pensa subito ad un suicidio ma molti indizi, compresa la

morte altrettanto violenta della attuale amante nera di Albrizzi, suggeriscono ad

Aldani che dietro ci sia ben altro. Ma il commissario deve anche fronteggiare il

questore che preme per chiudere le indagini al più presto. Ci mancava pure

Zennari, commissario in pensione, a tirar fuori una storia vecchia di trent’anni,

che pure ad un certo punto comincia ad intrecciarsi torbidamente con le indagini

in corso…

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