Consigli degli editor

Come devo presentare il mio romanzo inedito a un editore?

di
Oliviero Ponte Di Pino
Va bene, hai scritto un capolavoro. Ne sei convinto, te l’ha detto pure tua zia che insegna al liceo che questo è un romanzo bellissimo. I tempi sono maturi. Hai deciso di pubblicarlo.
Va bene, hai scritto un capolavoro. Ne sei convinto, te l’ha detto pure tua zia che insegna al liceo che questo è un romanzo bellissimo. I tempi sono maturi. Hai deciso di pubblicarlo.

 

Hai messo il file, con tutto il testo, nella cartella Il mio capolavoro.
“Ma adesso”, ti chiedi, “cosa ne faccio? Come faccio a trasformare il mio romanzo inedito in un libro?”
Insomma, cerchi un agente o un editore, e vuoi fare in modo che il tuo romanzo centri il bersaglio. Ecco qualche consiglio che non garantisce il successo ma almeno evita brutte figure.

 

Un libro non è un testo nudo

 

Quando entri in libreria, un testo non è mai nudo.
C’è il nome dell’autore (ora tocca a te vedere il nome in copertina!).
C’è il titolo (e magari un sottotitolo).
C’è l’immagine di copertina, che offre al potenziale lettore un’enorme quantità di informazioni (il genere e la tonalità emotiva, per cominciare).
Ci sono altri testi: la quarta di copertina o il risvolto, la biografia dell’autore (magari con la fotografia nella tipica posa da scrittore), e sempre più spesso altre informazioni sul volume: una frase che lo condensa, o il parere di qualche critico.

 

Quando apri il volume, il testo non è una semplice sequenza di lettere e cifre. È scandito in paragrafi e capitoli, o addirittura in parti.

 

Nella pagina c’è una scansione di bianchi e neri che ricorda una composizione musicale (questo è ancora più evidente nei libri di poesia).

 

Il libro ha un indice, che guida il lettore e gli offre chiavi di lettura. Eccetera.

 

Come vestire un file prima di mandarlo a un agente, a un editore, a un critico…

 

Gentile Signor Editore,
in allegato il mio testo.
Firmato: L’Autore

 

Quando presenti un testo a un editore o a un agente, difficilmente gli mandi una mail come questa. Cerchi di presentare il tuo lavoro in maniera più accattivante, accompagnandolo con una serie di informazioni utili (all’eventuale editore, agente, lettore…).

 

Sono due i fronti su cui devi impegnarti. Il primo riguarda il testo (diciamo il file con il romanzo): attenzione a ortografia, correttezza grammaticale e correttezza sintattica, alla coerenza e ai problemi di continuità.

 

Il secondo fronte, altrettanto importante se si tratta di un romanzo inedito di autore sconosciuto, riguarda i testi che accompagnano il file: la lettera di presentazione, una breve sinossi, eventualmente il curriculum vitae.
 
Come sempre, un po’ di cura e di attenzione non guastano. Un testo ben impaginato, magari con un minimo di interlinea, con la giusta scansione dei paragrafi e dei capitoli rende più piacevole la lettura.
 
Scegli un carattere che ti piace, facilmente leggibile: un classico sono il Times o il Garamond, utilizzati in numerosi volumi. Uniformate il testo mettendolo in un unico corpo (per esempio 11 o 12), a meno che non abbiate esigenze particolari da valutare di volta in volta. Controllate la scansione in capitoli e paragrafi, che deve riflettere l’organizzazione interna del testo e dare ritmo alla lettura.

 

Un altro consiglio importante: cerca di non mandare un testo sciatto, con errori di battitura (i refusi) e di grammatica e sintassi. Ce ne sono molti di più di quelli che puoi vedere (anche a questo servono i redattori: per ripulire il testo da queste impurità), ma devi toglierne il più possibile: un conto sono le distrazioni (o i lapsus), un contro è un testo improvvisato, raffazzonato, scorretto.
(Un consiglio sul consiglio: usa con molta attenzione il correttore automatico dei programmi di scrittura: rischia di correggere più del giusto, e ti nasconde molti errori).

 

Se hai una qualche dimestichezza con l’impaginazione, potete inviare un file in formato pdf (magari chiuso, che non può essere modificato). Altrimenti un file in un programma di scrittura diffuso (word, rtf, odt) va benissimo.

 

Lo stesso avvertimento vale per i problemi di coerenza interna e di continuità. Quando hai finito il romanzo, lascialo sedimentare per un paio di settimane, pesando ad altro (magari al tuo prossimo capolavoro, oppure goditi una meritata vacanza, o recupera gli arretrati lavorativi che ti hanno lasciato le ore rubate alla scrittura).
 
Poi rileggi per vedere se i personaggi hanno uno sviluppo coerente, se non ci sono incongruenze (come il personaggio che a pagina viene ferocemente ammazzato e trenta pagine dopo breve tranquillo un tè). Il redattore ha il compito di verificare che queste regole vengano rispettate, ma se ci sono troppi svarioni rimettere in quadra la narrazione può diventare molto difficile, o addirittura impossibile.

 

Posso accompagnarla?

 

Hai preso tutto il tempo che ti serviva. Hai riletto, ripulito, uniformato. Il testo è in forma perfetta, robusto e scattante. Ora lo devi vestire per mandarlo in società.

 

Insomma, devi incuriosire il potenziale lettore (che riceve numerosissime proposte come la tua) e dargli alcune informazioni utili. L’essenziale, senza strafare, cercando di catturare l’attenzione.

 

Queste informazioni riguardano sia l’autore sia il testo. Eventualmente si può aggiungere un’informazione sul rapporto che li lega: perché io, l’autore, ho scritto proprio questo libro?

 

Una breve autopresentazione

 

Per quanto riguarda la tua autopresentazione, deve essere chiara e sintetica (se vuoi puoi allegare anche un curriculum vitae…). Devi spiegare brevemente chi sei, ma anche da dove nasce il tuo bisogno di scrivere. Segnala se hai attività pubbliche: per esempio, se sei giornalista, insegnante, blogger, attore, conduttore eccetera. Se hai partecipato a concorsi e premi (se hai vinto), segnalalo.

 

A seconda del tipo di libro e del tuo interlocutore (e ovviamente della tua personalità), puoi scegliere di essere più o meno spiritoso o aggressivo, sbruffone o timido.

 

Puoi anche segnalare i tuoi libri (o autori) preferiti, e se hai altri interessi e passioni al di fuori del mondo editoriale.
Tieni presente che chi riceverà il tuo messaggio, se ha un minimo interesse nella tua proposta, molto probabilmente digiterà il tuo nome su un motore di ricerca.

 

E ora devi presentare l’opera

 

Un buon riferimento per presentare l’opera sono le schede di lettura che gli editori commissionano ai loro “lettori”. Non dev’essere troppo lunga, al massimo un paio di cartelle di 2000 battute ciascuna, con alcune indicazioni.

 

In primo luogo devi dichiarare il genere a cui appartiene il tuo capolavoro, se riesci a identificarne uno. Non è indispensabile, ma aiuta. Puoi anche dire quanto è lungo il tuo libro (insomma, il numero di battute, o caratteri, che puoi ricavare dal comando “Conteggio parole”).

 

Può aiutare una frase che in estrema sintesi descriva il contenuto del libro e ne condensi la forza. Per esempio, A sangue freddo di Truman Capote potrebbe essere catturato da questa breve ma chiara sintesi: “Lo sterminio brutale di una famiglia da parte di due ragazzi, raccontato dall’inventore della narrative fiction”.
Mentre la saga di Harry Potter potrebbe, in estrema sintesi, essere descritta così: “Le avventure di un giovane mago alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, tra lezioni, misteri e scontri con l’acerrimo e potente nemico, Lord Voldemort, il signore del Male, Colui-che-non-deve-essere-nominato”.

 

Quando il tuo editor parlerà del libro all’interno della casa editrice, e quando verrà presentato ai venditori che dovranno a loro volta presentarlo ai librai, quando l’ufficio stampa e l’ufficio marketing cercheranno di far conoscere il tuo libro, partiranno da una “pillola” di questo genere. Molto probabilmente non utilizzeranno quella che hai scritto tu, ma si tratta sempre di un esercizio utile. Si tratta di incuriosire e catturare l’attenzione, calibrando attentamente il già noto (“Una storia d’amore che ricorda la più classica storia d’amore, quella di Romeo e Giulietta”) e l’elemento di novità (che cosa può rendere attuale e urgente raccontare di nuovo questa vicenda, questi personaggi?). Questo è solo un esempio, fin troppo banale, ma serve a far capire come ragionano lettori e librai (anche se a volte non ne sono del tutto consapevoli).

 

La sinossi

 

Indispensabile un breve riassunto dell’opera, con qualche accenno alla trama e ai personaggi principali.
Naturalmente puoi segnalare anche altre caratteristiche: dallo stile al nucleo generatore del romanzo (un ricordo, un fatto di cronaca, un episodio storico?).

 

Un esercizio pericoloso: pensare a chi si rivolge il tuo libro, a quali lettori. Ma l’importante è che tu sappia che chi lavora in una casa editrice deve pensare ai potenziali acquirenti dei libri che pubblica. Dal punto di vista dell’editore, il romanzo non lo hai scritto per te, per un tuo bisogno magari irrefrenabile, ma per i lettori!

 

Puoi inserire queste informazioni nella lettera di presentazione, o in un altro breve allegato.

 

Non pensare alla copertina: la sceglierete insieme, all’editore, quando verrà il momento. Anche il titolo può cambiare (e spesso cambia): anche quello lo decide l’editore.

 

Non pensare che il mondo intero aspetti il tuo capolavoro. La strada verso il successo è imprevedibile, ci vogliono talento, fatica e… un pizzico di fortuna!

 

E dunque inboccallupo!

 

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