Alcuni consigli utili agli scrittori esordienti per pubblicare un libro gratis, senza entrare nella trappola dei “servizi a pagamento”.
Come scrivere e farsi pubblicare un libro da un’importante casa editrice? Iniziamo oggi una serie di post in cui diamo alla parola a scrittori di successo, che raccontano la loro esperienza e danno alcuni consigli per pubblicare un libro gratis, senza entrare nella trappola dei “servizi a pagamento”, e con un editore che creda genuinamente nel vostro progetto editoriale.
Le esperienze di autori già pubblicati potranno senz’altro essere utili agli scrittori esordienti e aiutarli a evitare gli errori più comuni che precludono quasi sempre la pubblicazione.
Ecco cosa ci ha detto Marco Ghizzoni, classe 1983, autore di tre romanzi ambientati nella provincia cremonese, e più precisamente nell’immaginario ma realistico paesino di Boscobasso, crocevia di storie e personaggi che si ispirano a quelli che lo scrittore ha conosciuto durante l’infanzia nel bar gestito da sua madre.
I suoi romanzi hanno conquistato lettori e critica: Luca Crovi ha scritto del suo primo romanzo,
Il cappello del maresciallo: «Due generi come la commedia e il giallo all’italiana si fondono in maniera fortunata». Il suo ultimo libro è
L’eredità del Fantini.
Ecco dunque le risposte di Ghizzoni alle nostre domande.
Come fai a scrivere un romanzo?
Lavoro come gli antichi greci con l’ausilio di un canovaccio in cui delineo la trama e i personaggi principali, ma senza pensare al finale. Voglio sentirmi libero di creare e improvvisare, lasciare che i personaggi mi sorprendano.
Da che cosa parti per creare la trama?
Il punto di partenza è sempre un fatto di cronaca o un aneddoto bizzarri, esilaranti, quasi incredibili. E la realtà ne è inaspettatamente piena. Per quanto riguarda i personaggi, i miei romanzi sono corali: se mi concentrassi su un solo personaggio gli altri se la prenderebbero a male.
In quale momento della giornata scrivi? E in che modo?
Non mi do dei tempi, ma una continuità, ovvero scrivo tutti i giorni, domeniche e festivi compresi. Non mi preme finire un romanzo entro termini stabiliti, ma mantenere il ritmo e divertirmi. Questo, per me, è la scrittura.
Scrivo rigorosamente a mano, sul divano o sulla poltrona specialmente dopo pranzo e, se necessario, anche dopo cena. Cerco di incastrare bene gli impegni, perché lavoro e, come si suol dire, tengo famiglia.
Ho iniziato a scrivere in terza superiore e, sebbene non avessi ancora sviluppato il metodo che mi accompagna oggi, distinguevo nettamente il momento della scrittura con quello dello studio. Prima il dovere e poi il piacere, ça va sans dire.
Mentre scrivi, pensi a un lettore ideale?
Mentirei se dicessi di pensare a un lettore ideale e farei lo stesso se negassi di sapere che esistono lettori in grado di apprezzare il tipo di storie che racconto. Se i lettori, leggendo i miei libri, non dovessero ridere… be’, comincerei a preoccuparmi! Risate a parte (ridendo dicere verum), tante volte i miei lettori mi hanno detto che i miei personaggi sono così reali che hanno come l’impressione di averli conosciuti. Lo ritengo un gran complimento.
Quanto conta la riscrittura? Quando capisci che un romanzo è finito e pronto per la pubblicazione?
Le riscritture sono fondamentali perché ti aiutano ad eliminare il superfluo. La vera scrittura è sempre per sottrazione. Capisco che il romanzo è finito semplicemente quando la storia è giunta al termine e un lettore esperto e fidato, solitamente l’editor, è d’accordo con me.
Come hai pubblicato il primo libro?
Io ho avuto la fortuna di conoscere un grande scrittore, Giovanni Cocco il quale, con 5/6 consigli fondamentali, ha educato la mia scrittura individuando meglio di me quale fosse la mia voce. Senza di lui, non so se sarei qui a rispondere alle vostre domande. Il mio primo romanzo l’ho pubblicato grazie al succitato Giovanni e al lavoro di un agente letterario, figura ormai essenziale nella gestione dei rapporti con gli editori.
Che consigli daresti a un aspirante scrittore per pubblicare un libro?
Pochi e semplici consigli: leggere tanto, leggere tutto (classici, contemporanei, italiani e stranieri), scrivere con impegno, disciplina e passione senza aspettare l’utopica ispirazione e, soprattutto, fare una gran scorta di umiltà. I consigli ricevuti da persone esperte e capaci possono solo migliorare la propria scrittura. L’editor è l’angelo custode dello scrittore mentre l’editore sancisce definitivamente la qualità di un’opera. Self publishing e simili sono solo baggianate che evitano il filtro più importante per entrare nel mondo editoriale. Un po’ come laurearsi nella propria cameretta senza il giudizio dei professori, se mi spiego.
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