Consigli degli editor

Come si valuta e si recensisce un romanzo

di
Oliviero Ponte Di Pino
Per chi si scrive una recensione: per te, per l'autore, per il lettore

Il lettore legge un libro solo per sé, per il proprio divertimento e piacere, e magari anche per conoscersi meglio e per immaginare che la propria realtà personale e il mondo esterno possono essere diversi, o si possono guardare con occhi nuovi.

Se invece sei un lettore professionista, perché recensisci per un giornale o una rivista, o perché lavori per una casa editrice, o magari perché stai partecipando a IoScrittore e devi valutare l’opera dei colleghi, non stai leggendo soltanto per te. Hai un altro importante destinatario. E’ l’autore dell’opera, al quale offri uno sguardo esterno, indispensabile per due ordini di motivi.
 
In primo luogo, uno sguardo esterno può cogliere i difetti e le imperfezioni che all’autore possono sfuggire.
 
In secondo luogo, un artista non è mai del tutto consapevole dei significati del suo lavoro e solo lo sguardo critico li può portare alla luce. I classici continuano a parlarci ancora oggi, dopo secoli, proprio per le ricchissime stratificazioni di senso che portano con sé.
 

Il terzo destinatario della recensione è il pubblico, il lettore. A un livello superficiale, si tratta di consigliargli se comprare quel libro, o se è meglio lasciar perdere. A un livello più profondo, si tratta di offrire possibili chiavi di lettura… senza spoiler! Infine, sul lungo periodo, si tratta di modellare il gusto del lettore, di farlo crescere ed evolvere.

 

Tanti sguardi sullo stesso romanzo

 

Per scrivere una buona recensione bisogna naturalmente tener presente questi tre destinatari: il recensore, l’autore, il lettore. Soprattutto, bisogna esaminare l’opera nei suoi vari aspetti, da diverse prospettive. In primo luogo bisogna esaminare la trama, i personaggi e l’ambientazione.

 

 

La trama

 

Non c’è una storia giusta e una sbagliata. Una storia si può raccontare in una riga: “Lui e lei si amano ma i genitori non vogliono e alla fine muoiono”, “Viene dato per morto e solo così può scoprire chi è”. Ma può essere raccontata in una tragedia, o in un romanzo. Può essere raccontata in infiniti modi. L’importante è che sia raccontata nel modo giusto. Per chi recensisce e valuta, il primo passo è capire qual è la storia che racconta quel romanzo, e se sia stata raccontata nel modo giusto.

 

La vicenda va analizzata nella sua struttura e nel suo sviluppo: deve avere uno sviluppo logico (anche la fantasia più sfrenata, anche i sogni e i deliri hanno una logica…), deve essere equilibrata e coerente, deve avere il suo ritmo, deve essere ravvivata da colpi di scena che da un lato facciano procedere la vicenda in maniera organica, e dall’altro tengano viva l’attenzione del lettore. Bisogna capire che cosa racconta quella storia, quali sono i passaggi cruciali e la loro scansione.
 
Bisogna capire se la macchina narrativa funziona, se gli ingranaggi sono al posto giusto e girano nel modo giusto.
 

I personaggi

 

I protagonisti, l’eroe (o l’eroina), gli antagonisti, gli amici e alleati più stretti, dovrebbero avere obiettivi precisi e dunque una funzione precisa all’interno del meccanismo narrativo. Le traversie che vivono li possono cambiare, possono portarli a un diverso livello di consapevolezza di sé e di conoscenza del mondo. E’ un percorso che accomuna il protagonista al lettore, che nella propria fantasia vive le stesse esperienze. Affinché questo accada, è necessario che la psicologia dei personaggi, e dunque le loro emozioni e le loro azioni, siano disegnati con efficacia. Su questi elementi si basa la possibilità che scatti l’empatia tra uno o più personaggi e il lettore. La sua capacità di “agganciare” emotivamente chi legge è un elemento chiave della fortuna di moltissimi romanzi.

 

I personaggi comprimari danno colore al paesaggio, ma possono avere anche un ruolo determinante nelle peripezie che incontrano i protagonisti.
 

L’ambientazione

 

Un terzo aspetto dell’analisi riguarda la capacità di creare un mondo attraverso la propria scrittura. Ogni romanzo deve creare un universo coerente e credibile, e deve farcelo scoprire e abitare. Ci sono romanzi radicati nella quotidianità più banale, altri che fanno scoprire aspetti poco noti della realtà, altro ancora che ci proiettano in universi fantastici. Un romanzo deve farci abitare quel mondo, qualunque esso sia.

 

Il bravo scrittore lo si riconosce dalla capacità di cogliere, e di farci vedere, toccare, odorare, il dettaglio rivelatore: un oggetto, un gesto, un profumo, un sapore che fanno sentire la realtà del racconto… Non si tratta di inondare la fantasia del lettore con descrizioni minuziose (e noiose).
 

Caccia all’erore… ooops, all’errore!

 

Un altro livello di lettura attiva le qualità “poliziesche” e investigative del lettore: deve attivare una attenzione che gli permette di cogliere i particolari che non tornano. Un lettore professionale deve saper cogliere gli errori di continuità, le incoerenze e le assurdità, anche dal punto di vista storico e culturale. Deve capire quando la trama s’inceppa, e se ci sono passaggi da tagliare perché noiosi o inutili, o magari elementi da sviluppare, sia nella trama sia nella psicologia dei personaggi sia nell’ambientazione.
 
Nella fase di editing e revisione di un romanzo, i consigli di un editor sono fondamentali: magari non sono tutti giusti, sta all’intelligenza dell’autore saperli valutare e sfruttare al meglio.
 

La forza della novità e dell’originalità

 

Una trama che corre come un treno. Personaggi che vorremmo conoscere e con cui ci possiamo identificare. Un mondo da scoprire ed esplorare, in cui ci possiamo perdere e ritrovare, che sia nel presente, nel passato o nel futuro. Questi sono gli ingredienti indispensabili di un buon romanzo. O meglio, di un efficace prodotto di consumo, che segua sentieri già battuti, senza prendersi rischi. E magari rispetta le regole del genere di riferimento, per arrivare più efficacemente al lettore.

 

Ma questo non basta. Perché un romanzo risulti davvero interessante, deve contenere elementi di novità. Un lettore professionista (così come un bravo scrittore) deve conoscere le regole dei generi e la loro storia, per capire come e quando queste regole vengono infrante, superate e magari reinventate. Deve capire se queste trasgressioni rappresentano un reale elemento di novità e di sviluppo, o se sono solo sciatterie, ingenuità o errori di composizione.
 

La novità può risiedere in un’invenzione narrativa efficace: il monologo interiore con cui Molly Bloom che conclude l’Ulysses di Joyce è stata una straordinaria invenzione narrativa, poi ripresa da moltissimi altri autori; così come hanno rappresentato una novità assai imitata le narrazioni elaborate da diversi punti di vista e con salti narrativi da William Faulkner nei diversi capitoli dei suoi romanzi, una tecnica ripresa al cinema da Akira Kurosawa per Rashomon. Può risiedere in una trovata, per esempio un romanzo d’amore punteggiato di ricette: accade in Dolce come il cioccolato di Laura Esquivel. Può risiedere nella qualità di un protagonista: Gregor Samsa, il protagonista della Metamorfosi, quando si sveglia è una blatta; Hannibal the Cannibal, il genio del Silenzio degli innocenti, è un serial killer sadico e perverso; Terry McCaleb, il protagonista di Debito di sangue di Michael Connely, ha subito un trapianto di cuore e questo cambia la sua visione del mondo. Può risiedere nell’ambientazione, nella capacità di farci scoprire qualcosa che non conoscevamo: autori come Jules Verne, Michael Crichton e William Gibson, attraverso trame avvincenti, hanno fatto scoprire aspetti della ricerca scientifica o della tecnologia che il lettore comune ancora non conosceva. Il romanzo può farci scoprire nuovi orizzonti: la Parigi di Maigret o la Svedia di Wallander, l’antico Egitto o l’Africa di Wilbur Smith o la Route 66 di Jack Kerouac, la Vigata di Camilleri e la Bellano di Andrea Vitali… Ma anche il mondo interiore e gli interni domestici delle “casalinghe disperate”, da Emma Bovary e Anna Karenina fino a oggi.

 

Un romanzo va dunque valutato anche rispetto ad altre opere simili, per capire quanto si adegui o si discosti dai modelli e dalla concorrenza.
 

Lo stile

 

Un altro aspetto fondamentale nella valutazione di un testo, è lo stile. Diamo per scontato che l’ortografia, la grammatica e la sintassi vengano rispettati, anche se a volte può scappare qualche distrazione, magari scusabile perché causata da riscritture e copiancolla.

 

Ma l’uso corretto della lingua italiana non basta. Attraverso la scrittura emerge la personalità di chi scrive. Ciascuno di noi ha una lingua personale, un proprio modo di esprimersi. Il processo della scrittura dovrebbe rendere questa tonalità ancora più nitida, percepibile.

 

E naturalmente ci sono le voci dei personaggi, nei dialoghi ma anche nel filo dei loro pensieri, che devono anch’esse avere la tonalità giusta, diversa per ciascuno.
 

Le farfalle nella pancia o la morale della favola?

 

Ma non basta. C’è qualcosa che arriva prima, e qualcosa che arriva dopo. Quello che arriva prima, è la pancia. Quando incontriamo un romanzo che ci conquista, non riusciamo a pensare (quasi) ad altro. Dobbiamo continuare a leggere. Ci rapisce e ci porta via. Sentiamo le farfalle nella pancia, ci siamo innamorati di quel libro e del suo autore.

 

A quel punto, un lettore consapevole deve farsi una domanda semplicissima, che può avere una risposta complessa e infinita: “Perché?”

 

E c’è qualcosa che arriva dopo, quando la lettura è terminata. Una volta ci saremmo chiesti: “Ma qual è la morale della favola?” Insomma, che giudizio diamo dei diversi personaggi e delle loro azioni, e del modo in cui l’autore scioglie i nodi problematici della vicenda. Se davvero vincono i buoni, e se lo hanno fatto nel modo giusto. Perché in ogni romanzo si esplorano le necessità e le libertà del comportamento degli esseri umani, i condizionamenti esterni e le decisioni personali.

 

Oggi dobbiamo capire anche se quello che abbiamo letto è puro intrattenimento, magari assai piacevole. O se sotto la superficie di quelle pagine non si nasconda qualcosa di più profondo, di più importante. Oggi ci sono molteplici forme di intrattenimento assai efficaci, dal cinema alla televisione, dai videogame ai social network. Quello che chiediamo a un libro, quello che ci piace dei libri, è che ci possono dare un’esperienza di diversa, speciale. Questo romanzo me l’ha data?

 

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