Come dev’essere l’incipit di un libro d’avventura? La cosa più importante è catturare subito l’attenzione del lettore dandogli un assaggio di cosa sarà il libro
Come dev’essere l’incipit di un libro d’avventura? La cosa più importante è catturare subito l’attenzione del lettore dandogli un assaggio di cosa sarà il libro. Condensare nei primi paragrafi alcuni momenti salienti dell’avventura che si vuole raccontare. Si avrà poi tempo di tornare indietro all’inizio della vicenda, ai suoi retroscena e alla sequenza cronologica dei fatti. Esempio straordinario l’incipit di Aria Sottile di Jon Krakauer, un grande classico della letteratura di alpinismo.
«A cavalcioni sul tetto del mondo, con un piede in Cina e l’altro in Nepal, ripulii la maschera d’ossigeno dal ghiaccio e, sollevando una spalla per ripararmi dal vento, abbassai lo sguardo inebetito sull’immensa distesa del Tibet. Avevo fantasticato tanto su quel momento e sull’ondata di emozioni che lo avrebbe accompagnato; e ora che finalmente ero lì in piedi sulla cima del monte Everest, non riuscivo a radunare energie sufficienti per concentrarmi.»
In poche righe abbiamo l’ambientazione, l’atmosfera e il senso di meraviglia per il momento che il narratore sta vivendo. Perché sia lì, come ci sia arrivato, cosa lo ha spinto e come si è svolto il viaggio fino a quel punto, sono tutte cose che scopriremo nel corso del libro. Di fatto l’autore ci ha agganciato e adesso siamo pronti a seguirlo senza esitazioni.
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