Nell’ambito della letteratura d’avventura dove la copertina già connota parecchio il testo geograficamente, quello che serve è un titolo che stupisca, suggerisca senza descrivere, colpisca l’attenzione quasi con effetto straniante.
La scelta del titolo è faccenda delicata e certamente opinabile.
Ma anche in questo caso ci sono delle linee-guida.
Nell’ambito della letteratura d’avventura dove la copertina già connota parecchio il testo geograficamente, quello che serve è un titolo che stupisca, suggerisca senza descrivere, colpisca l’attenzione quasi con effetto straniante.
Un esempio che mi sembra particolarmente adatto è Malato di montagna.
Il libro racconta la passione e le imprese di Hans Kammerlander, notissimo alpinista. L’ultima cosa che assoceremmo ad uno sportivo dell’estremo è il concetto di malattia ed è proprio per questo che non si può non notare un titolo di questo tipo. Ci spinge a domandarci perché, a cosa si riferisce il termine malattia e ci porta a prendere in mano il volume per saperne di più.
Un altro esempio è Danzare sulla corda di Kurt Diemberger, altro noto alpinista. La danza e la montagna non sono facilmente associabili. Piuttosto, quando si parla di corda, si pensa all’espressione “tenere qualcuno sulla corda” ovvero non permettergli di rilassarsi. L’immagine di danzare sulla corda dà allo stesso tempo un senso di leggerezza ma anche di precarietà e pericolo. Tutti elementi che convergono a fare di questo un titolo che attira l’attenzione.
Ed è proprio questo che vogliamo ottenere! 🙂
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