Il titolo sembra la faccia di un libro e invece sono le scarpe. Detto così sembra una provocazione, ma provate a pensarci. Le scarpe sono un accessorio, forse, ma sfido chiunque a uscire di casa senza, o con un paio particolarmente scomode.
Il titolo sembra la faccia di un libro e invece sono le scarpe. Detto così sembra una provocazione, ma provate a pensarci. Le scarpe sono un accessorio, forse, ma sfido chiunque a uscire di casa senza, o con un paio particolarmente scomode. Marilyn Monroe diceva che una ragazza con le scarpe giuste può conquistare il mondo.
È proprio così. E le scarpe devo essere confortevoli, adatte all’abito e all’occasione, o ci farebbero sentire a disagio. E poi parlano di noi.
Qualche giorno fa una mia amica ne ha comprate un paio verdi e rosa, con un tacco di 8 centimetri, stringate con i lacci di raso e dalla forma un po’ anni venti. Sosteneva fossero comodissime, e infatti ci ha camminato tutto il giorno senza lamentarsi, attirava gli sguardi di tutti e moltissima ammirazione, per il coraggio, ma anche per la gigantesca dose di personalità che stava dimostrando d’avere.
Un titolo deve essere così, forte, indimenticabile, irresistibile, ma anche coerente con la storia e soprattutto giusto. Può essere più o meno lungo, deve raccontare senza svelare, incuriosire, far immaginare. E anche dopo, quando la storia è stata letta, deve continuare a rappresentarla.
C’è un trucco a cui io ricorro di tanto in tanto per testare la forza di un titolo: provo a dirlo in giro, vedo che reazione suscita, poi lascio che passi un po’ di tempo e vedo se lo ricordano, se ha lasciato qualcosa dentro di loro. Quando non succede, si cambia.
Ci vuole coraggio, ma non c’è altro modo.
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