Rassegna stampa

Le dieci regole per diventare scrittore

di
Redazione IoScrittore
La narratrice irlandese dispensa i suoi suggerimenti agli aspiranti romanzieri. Primo, leggere molto

Il testo che qui anticipiamo è il contributo di Catherine Dunne per l’incontro che si terrà sabato (padiglione 2, stand K126-L125), durante il quale saranno annunciati i nomi dei 300 autori che superano la prima selezione di «Ioscrittore». Il torneo letterario (promosso da Gems con Ibs.it, IlLibraio.it, Msn, Vanity Fair e Wuz) si concluderà in ottobre a BookCity Milano con la proclamazione dei 10 vincitori i cui romanzi saranno pubblicati in versione cartacea e ebook. L’irlandese Catherine Dunne è docente di scrittura creativa e autrice di grande successo, L’ultimo, Un terribile amore, esce oggi per Guanda e sarà presentato domenica alle 15 in Sala Azzurra.

Lo so, è impossibile affrontare tutte le sfide, le insidie e le gioie del processo della scrittura armati di un’unica, arbitraria lista. Comunque, elenco qui sotto i problemi che, lo so per esperienza personale, continuano a presentarsi agli aspiranti scrittori. Ogni tanto devono combatterci anche quelli di noi che scrivono da molti anni. Le voci non sono in un ordine particolare: in un giorno qualsiasi, potrei invertire i numeri e l’impatto resterebbe lo stesso. Ognuna è significativa a modo suo.

1. Essere un lettore

Ritengo che uno degli attributi più importanti per uno scrittore sia di essere già un lettore appassionato. Spesso iniziamo a scrivere quando ammiriamo il modo in cui sono scritti i nostri libri preferiti. È attraverso la lettura che impariamo lo stile, la trama, la caratterizzazione. Leggere molto e attivamente è, a mio parere, la base essenziale per diventare scrittori. Quando dico attivamente, intendo imparando a essere consapevoli di come gli altri scrittori hanno creato e costruito i libri che amate. Cercate di capire che cosa vi piace, cosa per voi fa funzionare la trama, cosa rende autentici i personaggi. Una volta intuito questo, siete sulla buona strada.

2. Non aspettate l’ispirazione

Non so bene come si sia sviluppato questo mito: che gli scrittori se ne stanno seduti sulla loro chaise longue a sorseggiare pinot grigio, rilassati, in attesa che la Musa agiti la sua bacchetta magica. Voilà: una volta che lo scrittore è toccato dall’ispirazione, la storia fluisce, perfettamente formata, fuori dalla sua testa e finisce sulla pagina. Niente affatto. In realtà l’ispirazione nasce dall’atto stesso della scrittura. Scrivere è un processo organico: le idee si nutrono l’una dell’altra e crescono. Ma lo scrittore deve scriverle, alimentarle, e spesso cancellarle prima di ricominciare l’intero processo. Non esistono scorciatoie.

3. Il patto

Se non vi mettete alla scrivania, non riuscirete a scrivere nulla. L’inizio cruciale del processo della scrittura comporta mettere delle parole sulla pagina. Per poterci riuscire, dovete dedicare del tempo alla scrittura. Scrivere e basta: non andare a vedere Facebook o Twitter, non controllare la posta elettronica, non inviare sms. Scrivere. Da soli. In una stanza. Insieme ai vostri pensieri. In questa fase sarà utile allontanare il nostro Critico Interiore: costringerlo a restarsene fuori dalla porta, magari al freddo, senza mangiare né bere. Per il Critico Interiore non dev’esserci posto né nella vostra testa, né accanto a voi: quella vocina velenosa che vi dice che quello che avete scritto non va bene, che non valete niente, e comunque, chi vi credete di essere per desiderare di diventare scrittore? Gli anni mi hanno insegnato che il Critico Interiore non può essere ucciso, ma dev’essere allontanato, in modo da poter scriver in pace la prima stesura con tutti i suoi difetti, problemi e imperfezioni. Perché questa è la natura delle prime stesure.

4. Nutrite la vostra immaginazione

Inventatevi delle storie. Inventatevi delle persone. Partendo da un personaggio immaginario, costruite un’intera esistenza e provate a vedere che succede… Dategli una data di nascita, una famiglia, amici, passioni. Metteteci dentro una delusione, o una tragedia, o una crisi inaspettata, e state a vedere come cambia. Tutte le opere migliori illustrano il comportamento umano, approfondiscono la nostra comprensione di quello che ci spinge a fare ciò che facciamo. Vivete con i vostri personaggi, cercate di mettervi nei loro panni. Siate comprensivi, quando sono in difficoltà. La gioia più grande dello scrivere è l’empatia immaginativa che gli scrittori provano verso i personaggi da loro creati. Provateci: dapprima con un personaggio alla volta. Provate a sentirlo. Esercitate i muscoli della scrittura. Niente di ciò che scrivete andrà sprecato.

5. Trovate la vostra trama

Aristotele era dell’opinione che ogni tragedia ha bisogno di un inizio, un centro e una fine. Lo stesso vale per le nostre storie, ma questo non significa che debbano essere scritte in quest’ordine. Nelle prime fasi, lavorate sui pezzi che più vi piacciono: una scena, una discussione, un incidente. Scrivete la parte in cui a qualcuno si spezza il cuore, in cui il vostro personaggio si sente tradito o si arrabbia. Spesso gli aspiranti scrittori si sentono consigliare di «scrivere ciò che conoscono», ma questo può essere molto limitante. Il compito dello scrittore è conoscere le emozioni umane. Gli eventi possono essere sistemati in ordine in seguito, nel modo più consono alla storia. Nel frattempo, il trucco sta nel continuare a scrivere. Continuate a mettervi alla scrivania. Continuate ad esercitare il muscolo della scrittura.

6. Non raccontate, mostrate


Pensate ai film più belli: pensate a come la storia si sviluppa in maniera potente, colorata, visiva. Gli scrittori tentano di catturare quel colore, quell’energia, e di ricrearli dentro la testa del lettore. Quindi non raccontateci che «Giovanni è caduto dalla moto». Invece, mostrateci com’è successo: l’auto che si avvicina, lo stridio dei freni, lo schianto del metallo contro il metallo, il tonfo spaventoso della testa di Giovanni sull’asfalto. Fate vivere il racconto.

7. Tenete un taccuino…

 …sempre con voi. Appuntatevi i frammenti di sogno che quando vi svegliate vi riempiono la testa come fumo. Annotatevi le conversazioni che vi capita di orecchiare sull’autobus, a scuola, al lavoro, durante la giornata. Ah, e ogni tanto toglietevi le cuffie e gli auricolari. Vi state perdendo tutte le storie che vagano nell’etere tutt’intorno a voi.

8. Ogni scrittura è una riscrittura

Dovete accettare che essere scrittori significa scrivere, riscrivere e riscrivere tutto quello che avete messo su carta. Ogni stesura perfeziona e affina la precedente. Alcune versioni comporteranno cambiamenti radicali, altre quasi nulla, soltanto dettagli minuti. Continuate così finché sentite che non ce la fate più. Fino a quel momento, resistete alla tentazione di farla leggere a qualcuno o di parlarne troppo. È il metodo migliore per far scomparire la magia della vostra storia.

9. Guardate. Ascoltate. Osservate.

Le storie sono tutt’intorno a noi. Dobbiamo soltanto essere ricettivi. Ogni famiglia è piena di storie. Chiunque incontriate ha una storia: le vite banali non esistono. Tutte le vite valgono la pena di essere raccontate.

10. Passione. Perseveranza. Pazienza. Professionalità


Questi quattro pilastri della scrittura parlano da soli. Dobbiamo essere appassionati, per spingerci oltre la vertigine da conquista della prima stesura. Perseveranti per riuscire a superare tutte le stesure successive. Pazienti per non precipitarci a pubblicare prima di avere qualcosa di pronto. Ciò che conta è il processo. Concentratevi su quello, e non sul prodotto. Ed essere professionali significa essere sicuri, prima di inviare qualcosa, che la grammatica sia corretta. Che la punteggiatura sia corretta. Che l’ortografia sia corretta. Avrete soltanto una possibilità di fare una prima impressione positiva. E ora mettetevi a scrivere.

[Traduzione di Ada Arduini]

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