Il re di un paese piovoso

Rassegna stampa
di
alessandro magno
Il titolo del romanzo rimanda a un verso di Baudelaire, vera ossessione dello strambo Leonardo che, insieme al compagno di classe Matteo e al loro professore di francese Duhamel...

Leonardo è arrivato dal liceo di Venaria alla fine di gennaio ed è sembrato subito a tutti un disadattato. Il mio compagno Venturino l’ha soprannominato nell’ordine: lo svitato, lo sfigato, il babbione e, in ultimo, il fesso. Leonardo va matto per Baudelaire. Ripete che può ricoprire pareti intere con le sue poesie – ne conosce decine a memoria – e tutti i giorni marchia con un verso le copertine interne dei raccoglitori, gli angoli dei libri, i fogli dei compiti in classe. Devo ammettere che sulle prime anche a me Leo è sembrato un imbecille. Era goffo, della goffaggine grottesca di chi vuol fare il disinvolto. Una volta, in palestra, mi ha visto fare un salto mortale sul tappeto elastico e mi ha detto che gli piaceva la mia coordinazione (“Potresti passarmene un po’, magari per osmosi”), la mia resistenza nei contrasti di gioco (“Sei una piramide egizia con le scarpe da basket”) e poi si è messo a raccontarmi che detestava il silenzio e il fracasso, l’energia straripante e l’inerzia. “Sono gli opposti che sono costretto a gestire”, ha detto. “Ma tu non dici mai delle cose normali?” gli ho chiesto io. Lui mi ha fissato con un lampo di compiacimento negli occhi. “Io dico sempre delle cose normali. Ti sembrano strane perché il mio cervello va talmente veloce che quando finisco di dirle sono già fuori tempo”. Mi è venuto il dubbio che mi stesse prendendo per il culo…

Patrocinato dal MIBACT, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, IoScrittore è un torneo letterario gratuito che il gruppo editoriale Mauri Spagnol rivolge a tutti i nuovi talenti che aspirano a vedere la propria opera pubblicata in cartaceo o ebook per una delle sigle GeMS. L’ultimo vincitore è Il re di un paese piovoso dell’esordiente Valeria Massa, docente e appassionata viaggiatrice. Il titolo del romanzo rimanda a un verso di Baudelaire, vera ossessione dello strambo Leonardo che, insieme al compagno di classe Matteo e al loro professore di francese Duhamel compongono il curioso trittico di protagonisti di questo romanzo corale, in cui le voci dei personaggi di susseguono e intersecano a formare un mosaico ben costruito dalla chiara e semplice penna dell’autrice. “Sono come il re di un paese piovoso/ ricco, ma impotente, giovane e tuttavia vecchissimo” diceva Baudelaire, per sentenziare che in un mondo grigio dove ogni potere è inutile non c’è possibilità di comunicazione, ma solo di complicità. E così accade che in questo romanzo, nel quale la contrapposizione tra adolescenza ed età adulta, tra le difficoltà dell’essere studenti e le responsabilità dell’essere insegnanti si risolve in una comune inadeguatezza alla vita, alle sorprese e disgrazie che essa riserva, solo il buon cuore dell’autrice regala la possibilità di un riscatto insperato.

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