Quali sono gli elementi che consentono a un lettore di identificare le caratteristiche principali di un romanzo? Certamente il nome dell’autore, ma soltanto se è già noto, perché ha scritto altri libro o per altri motivi. Nel caso di un autore esordiente, l’elemento più importante è di sicuro il titolo.
Se stai pensando di partecipare a IoScrittore (attenzione, hai tempo fino all’8 febbraio), una delle domande che ti ossessionano è di sicuro “Qual è il titolo di questo libro?” Detto per inciso, anche questo è il titolo di un libro: un divertente saggio di logica di Raymond Smullyan.
Il titolo è determinante perché:
# incuriosisce il lettore. Può diventare un irresistibile veicolo di passaparola, magari grazie a una trasmissione televisiva: L’insostenibile leggerezza dell’essere di Milan Kundera. Può far scattare risonanze profonde: La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano. Può essere semplicemente geniale: Tutto quello che avreste voluto chiedere sul sesso* (*ma non avete mai osato chiedere) di Woody Allen: naturalmente le regole che valgono per i titoli dei romanzi valgono anche per i film…
# definisce il genere e dunque orienta e seleziona il pubblico. Cronache marziane di Ray Bradbury è un romanzo di fantascienza. La spia che venne dal freddo di John Le Carré, La biblioteca dei morti di Glenn Cooper o La linea nera di Jean Christophe Grangé suggeriscono il thriller. Sono storie d’amore Uno splendido disastro di Jamie McGuire, Le parole che non ti ho detto o I passi dell’amore di Nicholas Sparks, D’amore e d’ombra di Isabel Allende o Il gatto che aggiustava i cuori di Rachel Wells. Classici come I viaggi di Gulliver di Jonathan Swift o Il giro del mondo in 80 giorni di Jules Verne sono grandi avventure, così come Naufragio di Clive Cussler e Graham Brown o Il respiro del deserto di Marco Buticchi.
# influenza e orienta la lettura. Come leggeremmo l’Ulisse di James Joyce o Alla ricerca del tempo perduto di Marcel Proust se avessero un altro titolo? Per Joyce, si trattava di collegare un romanzo ambientato a Dublino ai primi del Novecento all’archetipo omerico: senza il titolo, il lettore avrebbe avuto maggiori difficoltà a cogliere il rimando. Per Proust, si trattava di sintetizzare il senso più profondo della sua scrittura, tra autobiografia e filosofia.
L’errore da evitare
Un titolo non deve dire tutto, anche se è molto lungo. Anche il titolo deve evocare, affascinare, incuriosire. Tocca al lettore, come sempre, completare il lavoro con la sua immaginazione: se avete gettato l’esca giusta, sarà felice di seguirvi.
Il consiglio di IoScrittore
C’è chi inizia a scrivere e ha già in testo il titolo del suo romanzo: ma è solo una suggestione, una traccia da seguire, che forse non sarà il titolo definitivo. Un metodo per trovare il titolo migliore è fare un elenco con un decina di possibilità e via via scartare le soluzioni meno convincenti, fino a trovare il titolo giusto.
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Che funzioni deve avere? Come trovarlo? Quali “regole” seguire e chi ha l’ultima parola nel dare il titolo a un romanzo?
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