Così come sbocciano le magnolie sugli alberi, in libreria arrivano nuove voci di autrici e autori al loro esordio. È un evento delicato e sempre sorprendente, che segna l’inizio di nuove stagioni letterarie.
Tra le varie firme che debutteranno in questi mesi, fioriscono anche quelle di Valeria Usala e Corinna De Cesare, due donne che con i loro romanzi hanno raccontato storie vibranti e intime, capaci di arrivare dritte al cuore dei lettori attraverso la presenza di personaggi femminili indimenticabili.
La rinnegata, Valeria Usala
Il primo romanzo di cui vogliamo parlarvi è La rinnegata di Valeria Usala, giovane autrice nata vicino al mare e cresciuta in mezzo alle storie. Dopo una laurea in lingue e comunicazione e un diploma in storytelling, scrive il suo primo libro e lo ambienta nella sua terra: la Sardegna.
In questa regione così misteriosa e ricca di echi del passato, vive Teresa, una donna che è quiete e fuoco, rabbia e tenerezza, una forza della natura che lotta contro il pregiudizio da quando è nata.
Rimasta orfana, non ha avuto nessuno a proteggerla dalla propria intelligenza, oltre che dalla propria bellezza. Un intero paese la rinnega, impaurito di fronte alla sua indipendenza, alle sue parole e alle sue azioni. Perché in fondo sono solo queste a renderla diversa dalle altre donne.
Quando abbiamo chiesto a Elisabetta Migliavada, direttrice della narrativa di Garzanti, cosa rendesse così speciale questo romanzo, accolto con entusiasmo dalle libraie e dai librai che l’hanno letto in anteprima, ci ha risposto che “La rinnegata di Valeria Usala è un testo unico e dirompente, che ci ha colpito subito per le sue qualità, tantissime e rare per un esordio”.
E poi ha continuato, spiegandoci quali sono le caratteristiche essenziali per un debutto: “Prima di tutto la voce. La voce di Valeria Usala è limpida e cristallina, capace con brevi ma intense pennellate di dipingere un ambiente, un’emozione, una situazione, dando vita a personaggi talmente ben descritti che sembrano persone reali, vicine, quasi amiche. Ma non solo. La storia de La rinnegata è unica e originale: racconta di una donna. Teresa, rinnegata da tutti nel paese sardo in cui vive, persino da chi l’ha messa al mondo. Una donna che, come tutte le donne, sta combattendo una battaglia. E nella sua unicità, assume un valore universale, perché la lotta di Teresa riguarda tutte le donne. Questo aspetto è importantissimo perché sono profondamente convinta che la letteratura abbia anche il dovere di farci riflettere, di ferirci a volte, ma allo stesso tempo di guarirci, lasciandoci la libertà di ripararci e di scoprirci nuovi. Dopo la lettura di questo romanzo, il lettore guarda il mondo da un’altra prospettiva, quella di Teresa, che ci ha cambiati”.
Ciao per sempre, Corinna De Cesare
Ci spostiamo ora su altri territori, per presentarvi un romanzo d’esordio che ci pone di fronte a un interrogativo universale: possiamo davvero dire addio a una persona, a un posto che abbiamo amato o che ha fatto parte di noi?
Corinna De Cesare, pugliese, giornalista del Corriere della Sera e fondatrice della newsletter femminista thePeriod, costruisce attorno a questa domanda la storia di Margherita, costretta a tornare a Collina d’Oro, il paesino dov’è cresciuta negli anni Novanta, in occasione del funerale della nonna.
Ad attenderla ci sono la sua vecchia casa, l’amica d’infanzia che non ha più voluto incontrare, il primo amore dal quale è scappata senza spiegazioni. Rivederli significa fare i conti con quindici anni di silenzi e di bugie, ammettere la possibilità del dolore e affrontare verità sopite per troppi anni, provando a riconciliarsi con gli strappi della vita.
A parlarci di questo titolo è Stefano Izzo, editor narrativa Salani: “Tutti, quando lasciamo la casa dei nostri genitori, i luoghi della nostra infanzia, ci illudiamo di voltare pagina. Chiudiamo i fantasmi di famiglia dentro un armadio e partiamo in cerca della nostra strada. Ma quei fantasmi sono inquieti, restano come un mormorio sotterraneo, e prima o poi arriva il momento di tornare indietro e guardarli dritto in faccia, per scoprire magari che certe ferite non sanguinano più, altre fanno ancora male, altre invece non sapevamo neppure che esistessero. Il romanzo d’esordio di Corinna De Cesare racconta esattamente questo passaggio cruciale, il richiamo delle radici, il combattimento corpo a corpo con il passato, il ritorno a un tempo mai davvero abbandonato (per lei, gli anni Novanta); e lo fa con l’intensità, la grazia e la maniera genuina di una donna che scava dentro se stessa alla ricerca dei propri limiti, delle proprie imperfezioni e storture. Di questo libro ho letto forse venti stesure diverse, nel tempo, e ogni volta mi ha regalato un sorriso di nostalgia, di tenerezza, e mi ha fatto pensare: siamo creature meravigliosamente fragili”.
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