Sempre uguale a sé stesso, eppure sempre diverso e inafferrabile, il mare è da secoli una preziosa fonte di ispirazione per miti, leggende, canzoni, pellicole cinematografiche.
In poche parole: per le storie che ci raccontiamo e tramandiamo di generazione in generazione, dedicate tanto alla libertà quanto al desiderio di scoperta, tanto al rapporto con la natura quanto al superamento dei nostri limiti personali e collettivi.
Anche in letteratura, da Omero a Herman Melville, da Virginia Woolf a Emilio Salgari, il mare fin dall’antichità è stato parte integrante di ogni tipo di narrazione, venendo dipinto nei suoi aspetti più belli e temibili, e diventando spesso una complessa e affascinante allegoria.
Ecco quindi una selezione di frasi sul mare tratte dai libri che, grazie alle parole di autori come Charles Baudelaire e Walt Whitman, passando per Nazim Hikmet e per Alessandro Baricco, viene rappresentato in tutta la sua forza contraddittoria e imperscrutabile, esuberante e nostalgica, accogliente e crudele…
Cominciamo da una delle frasi sul mare più note nel panorama della poesia americana, e che è contenuta nella raccolta Foglie d’erba (Garzanti, traduzione di Roberto Mussapi) dello scrittore e giornalista Walt Whitman (1819-1892). Una riflessione dedicata alla vita di cui pullula il mare, e che lo rende uno scrigno di meraviglie quasi mistiche:
Per me il mare è un perenne miracolo,
i pesci vi guazzano – gli scogli, – il moto delle onde – i vascelli con uomini a bordo,
si danno mai miracoli più strani?
Sempre a proposito di liriche, altrettanto celebre è nella letteratura francese il poema L’uomo e il mare del grande simbolista Charles Baudelaire (1821-1867), che troviamo nella raccolta I fiori del male (Garzanti, traduzione di Attilio Bertolucci). Un componimento che ci spinge a riflettere su quanto – nel bene e nel male – il mare assomigli a ciascuno di noi:
Uomo libero, tu amerai sempre il mare!
È il tuo specchio il mare! Contempli la tua anima
nell’infinito svolgersi della sua onda
e non è meno amaro l’abisso del tuo spirito.
A evidenziare l’imponderabilità del mare è anche lo scrittore e critico italiano Alessandro Baricco, che nel romanzo Oceano mare (Feltrinelli) ce lo descrive come un’entità animata, generosa ma al tempo stesso irrequieta, a cui è impossibile restare indifferenti e che esercita su di noi un’influenza a tratti magnetica:
Il mare incanta, il mare uccide, commuove, spaventa, fa anche ridere, alle volte, sparisce, ogni tanto, si traveste da lago, oppure costruisce tempeste, divora navi, regala ricchezze, non dà risposte, è saggio, è dolce, è potente, è imprevedibile. Ma soprattutto: il mare chiama.
Del resto, sono molte le frasi sul mare che si concentrano sul suo richiamo, a cui sembra destinato ogni fiume e torrente del mondo. E il musicista e poeta uruguayano Juan Baladán Gadea, nel suo Di solitudine e amore (La Piccola Editrice, traduzione di T. Formenti), sottolinea fino a che punto desideriamo che una foce, da qualche parte, esista per tutti:
Anche noi, come l’acqua che scorre, siamo viandanti in cerca di un mare.
E concludiamo con una delle frasi sul mare più toccanti di Nazim Hikmet (1902-1963), l’autore turco naturalizzato polacco che nel suo Arrivederci fratello mare, contenuto nella raccolta Poesie d’amore (Mondadori, traduzione di Joyce Lussu), dà luce a un canto di addio e di speranza in cui il mare viene associato all’essenza di un intero popolo:
Ed ecco ce ne andiamo come siamo venuti
arrivederci fratello mare
mi porto un po’ della tua ghiaia
un po’ del tuo sale azzurro
un po’ della tua infinità
e un pochino della tua luce
e della tua infelicità.
Fonte: www.illibraio.it
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