Il libro in una frase
Attanagliata da preoccupazioni e sensi di colpa Giuseppina, che ha vissuto buona parte della sua vita nell’Albergo dei Poveri di Napoli, neanche dopo la morte riesce ad essere e sentirsi libera. Una reclusione, fisica ed emotiva, da cui ha provato ad affrancarsi invano per tutta la vita. Un’agognata libertà che, anche da morta, proverà caparbiamente a conquistare.
Amici di scaffale
Remo Rapino, Viola Ardone, Vladimiro Bottone, Gabriele Dadati, ma anche gli autori a cui mi sono ispirata: Federico De Roberto, Anna Maria Ortese, Marguerite Duras, Annie Ernaux.
Segni particolari
Dialogo tra la protagonista e “le facce”.
Dove e quando
Albergo dei Poveri di Napoli, 1835.
Tag
aspirazioni; bellezza; determinazione; resilienza; memoria; racconto; destino; senso di colpa; amore; albergo dei poveri; la città nella città; il mare; napoli; soldi; prigionia; povertà; morte.
Come e perché ho deciso di partecipare a IoScrittore
Ho messo molto tempo a scrivere questo romanzo e l’ho rivisto molte volte, riscrivendo in modi diversi le parti in lingua napoletana. Alla fine ho scelto un dialetto italianizzato e volevo sapere cosa ne poteva pensare un pubblico educato e colto. Ho, quindi, deciso di partecipare a IoScrittore per avere le opinioni e i consigli dei giudici lettori/scrittori sulla lingua, sulla storia e sulla scrittura.
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