Un romanzo è come una pianta: va curato e nutrito con attenzione…
Immaginate il vostro romanzo come se fosse un albero, una pianta.
Le foglie sono le parole chiave del testo, le radici sono la base su cui poggia la trama, il tronco è la storia, i rami sono i dialoghi, il colore della chioma è il titolo…
E adesso cambiate la prospettiva e provate a scrivere la fine, le ultime righe del vostro romanzo.
Passate poi al prologo, cioè quello che viene prima dell’inizio e poi all’epilogo (quello che viene dopo la fine).
Sempre pensando al vostro romanzo come a un fiore, “seminate” gli indizi che si svilupperanno a poco a poco, coinvolgendo il lettore (il seme, lo stelo-filo conduttore, il fiore-rivelazione).
Scrivete tre colpi di scena emozionanti ma credibili.
Ricordatevi sempre che in una buona storia, come in un muro ben costruito, ogni mattone è fondamentale e non può essere eliminato senza danneggiare l’intera struttura. Viceversa, non servono mattoni in più.
Sforzatevi di scrivere ogni giorno: anche una frase, lasciata incompiuta, può servire.
Se vi viene il “blocco dello scrittore” le liste possono aiutarvi: compilate degli elenchi, per esempio dei personaggi presenti nel romanzo, degli episodi principali, dei luoghi in cui sono ambientate le scene.
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