Prima di inviare il testo a un editore, o a un concorso letterario, o a IoScrittore, ecco cosa fare, come e perché
Il torneo sta per iniziare. Hai scritto l’incipit, stai per caricarlo nel sistema informatico di IoScrittore. Tra poco, se il torneo fosse un gioco d’azzardo, il croupier pronuncerebbe la fatidica frase: “Les jeux sont faits. Rien ne va plus!”.
Ma prima che i giochi siano fatti, prima che i tuoi colleghi e rivali inizino a leggere il tuo testo, e tu inizi a leggere il loro, devi controllare che tutto sia stato fatto per il meglio. A regola d’arte. Dovresti avere la stessa attenzione anche se dovessi inviare il tuo romanzo inedito a un editore oppure a un qualsiasi concorso letterario, non sono consigli che valgono solo per il Torneo letterario di IoScrittore. Si tratta di aspetti fondamentali da seguire per chi aspira alla pubblicazione del proprio romanzo.
In questa prima fase del torneo ti stai giocando tutto. Sarebbe stupido compromettere l’esito della prova per quelli che potrebbero sembrare peccati veniali, ma che il realtà possono rallentare o fermare il tuo cammino.
Il testo deve essere giusto. Lo hai scritto e riscritto, sicuramente lo hai anche letto e riletto, tra una riscrittura e l’altra. Ma adesso devi rileggerlo ancora con attenzione, per eliminare le ultime imperfezioni, per fare in modo che sia il più possibile efficace.
Non basta rileggerti una sola volta, devi fare attenzione a troppe cose tutte insieme. Una lettura non basta. Servono letture mirate, concentrandosi ogni volta su un singolo aspetto.
Il vero segreto, insomma, è leggere (e rileggere) il testo nel modo giusto.
Quattro modi per leggere il tuo incipit (e poi tutto il romanzo)
DAL PUNTO DI VISTA DEL LETTORE
Rileggiti dal punto di vista del lettore. Fai finta di non conoscere il tuo romanzo, i suoi protagonisti, i paesaggi in cui si svolge, le emozioni che suscita. Ora lo stai leggendo per la prima volta, come se fosse opera di un altro.
Come entrano in scena i diversi personaggi? Che impressione dovrebbero dare, nelle tue intenzioni? Fragilità, forza, bellezza, tenerezza? Simpatia, antipatia, empatia? Che impressione ti danno? Con quali parole, con quali gesti? L’aspetto fisico è importante? O è meglio lasciarlo immaginare al lettore?
Lo scenario, lo sfondo, hanno un grande valore, soprattutto all’inizio di una storia. Cominci a regalare un mondo al lettore. Se racconti un luogo, ce lo fai davvero vedere? Non servono lunghe e minuziose descrizioni, ma pochi particolari, quelli giusti: dettagli concreti, indizi che accendano la fantasia del lettore. Quali oggetti inquadra, il tuo racconto? Sono quelli davvero importanti?
Un personaggio, un paesaggio evocano emozioni. Chi legge tiene accesa l’immaginazione e ogni dettaglio ispira la fantasia. Che emozioni suscitano i suoni, i colori, gli odori, i gesti che hai inserito in queste pagine?
DAL PUNTO DI VISTA DEL MUSICISTA
E’ un consiglio che abbiamo già dato, ma che è utile ripetere. Stampa il testo, magari in caratteri un po’ più grandi del normale, e rileggilo ad alta voce. Deve emergere il ritmo del racconto, parola dopo parola, frase dopo frase, paragrafo dopo paragrafo. Può essere un tempo lento, o uno scatenato swing, ma deve avere un ritmo riconoscibile. Se la lettura inciampa, perché si sfilaccia o s’intorcina, o se diventa monotona, monocorde, c’è qualcosa che non va. A volte si tratta di sciogliere i nodi, di chiarire. A volte si tratta di cambiare il tempo, passare magari dal valzer al rock.
A dare il ritmo sono anche la lunghezza dei periodi, la scansione in capitoli e in paragrafi, o gli a capo quando ci sono i dialoghi. Guarda l’insieme della pagina: ha il ritmo che volevi dare al testo?
DAL PUNTO DI VISTA DEL REGISTA
Ascolta con attenzione le voci dei diversi personaggi, se ce ne sono. Il bravo narratore si riconosce dai dialoghi, che sono tra le cose più difficili da scrivere. Funzionano? Sono credibili? Ogni personaggio ha la sua voce? Le voci dei personaggi sono diverse da quella del narratore? Se non hai mai sentito nessuno parlare come parlano i tuoi personaggi, i casi sono due: o sei un genio come Vittorio Alfieri o Giovanni Testori, o è meglio rimetterci mano.
Come funzionano i cambi di scena, se in queste prime pagine ce ne sono? Come finisce un’inquadratura? Come inizia quella successiva? Si possono usare molte tecniche: per esempio cambiate capitolo (un po’ come l’istante di buio tra la scena di un film e la successiva), o trovare un oggetto che faccia da ponte, o far entrare in scena un nuovo personaggio.
DAL PUNTO DI VISTA DELL’INVESTIGATORE
Quando un poliziotto interroga un sospetto di omicidio, gli fa raccontare la sua storia e cerca i punti in cui gli sembra incoerente, contraddittoria. “Quando hai visto la vittima, nelle ultime settimane? Che cosa vi siete detti? Che percorso hai fatto? Da quale porta sei entrato? Chi aveva la chiave? Che ora era? Ma come hai fatto a compiere questo percorso in pochi minuti?”
Lo abbiamo già detto: il lettore cerca indizi. La storia che racconti deve resistere all’interrogatorio più minuzioso. Devi prestare attenzione ai problemi di continuità e di coerenza interna, soprattutto se lavori di fantasia: chi ti legge è disposto a credere anche ai draghi, o agli asini, che volano, ma in un mondo dove i draghi, o gli asini, possono e debbono volare…
Nei romanzi storici, l’attenzione non è mai troppa. Tutti sappiamo che nessun eroe o eroina del nostro romanzo può mangiare gli spaghetti al sugo o la pizza margherita prima del 1492, perché i pomodori ce li ha portati Cristoforo Colombo dall’America. Ma anche offrire questi piatti a un banchetto nel Seicento o nel Settecento suona improbabile, perché per secoli il Pomo d’Oro è stato apprezzato quasi unicamente come pianta ornamentale ed è entrato stabilmente nelle nostre diete solo nel tardo Ottocento…
A maggior ragione questa avvertenza vale per i romanzi gialli e i thriller: gli indizi che dissemina l’autore sono altrettante sfide al lettore.
DAL PUNTO DI VISTA DEL CORRETTORE DI BOZZE
Leggi tutto parola per parola, con la massima attenzione. Non pensare al senso di quello che stai leggendo, ma ai singoli vocaboli. Stai cercando i refusi, gli errori di ortografia. Controlla anche la punteggiatura. Osserva l’aspetto delle pagine: per esempio lo spazio va dopo il punto o la virgola, non prima. Un testo con molti refusi, con un’impaginazione approssimativa, dà una impressione di sciatteria, di frettolosità, di scarso rispetto per chi legge. Le leggi della tipografia sono state affinate nel corso dei secoli proprio per facilitare la lettura. Un trucco dei vecchi? Leggi il testo all’indietro, dall’ultima parola alla prima. Ti sarà impossibile seguire la storia, vedrai più facilmente certi tipi di errori. [A proposito, hai individuato il refuso che c’è in questo testo sui refusi?]
L’errore da evitare
Lo hai scritto, di getto o con grande fatica, centellinando ogni parola, ogni frase. Il suo testo lo conosci fin troppo bene, ci sei immerso fino al collo, e oltre. Rileggerlo ti dà la nausea. Sai che ci hai messo dentro tutto te stesso, ora tocca agli altri godersi quelle pagine.
Pensare che il lavoro dello scrittore si esaurisca nella scrittura è un errore: c’è tutto quello che viene prima, quando la pagina è ancora bianca: le letture, le ricerche, e soprattutto l’esperienza di vita. Ma c’è anche quello che viene dopo: un lavoro artigianale, fatto con cura e competenza, attenzione e rispetto. La casa editrice serve anche a questo. Ogni sguardo esterno può aiutare a capire il senso di un’opera, evidenziando difetti. Ma il grosso del lavoro resta sempre sulle spalle di chi lo ha scritto, quel romanzo.
Il consiglio di IoScrittore
Abbi fiducia in te stesso. Hai davvero fatto un buon lavoro, di questo devi essere convinto. Quelli che stai dando con questa ultima rilettura sono solo i ritocchi finali, l’aggiustatina che ci diamo allo specchio prima di uscire di casa per andare a una grande festa. Siamo belli, dobbiamo essere perfetti!
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