Intervista a Mauro Bernasconi, autore di "Tutti liberi"
Mauro Bernasconi è autore di Tutti liberi, romanzo d’esordio edito da IoScrittore
Il libro in una frase
«Le grandi idee albergano spesso e volentieri nelle menti vuote. Forse perché trovano più spazio, chissà…» Questa frase è un po’ il senso di tutto il romanzo, oltre a potermi tornare buona un domani come epigrafe tombale. Sempre ammesso che nel frattempo riesca a partorirne una, di grande idea…
Amici di scaffale
Una banda di idioti di J.K. Toole e Eureka Street di R. McLiam Wilson oltre che amici sono due compagni di strada.
Come tutti i veri amici non sono i migliori o i più insigni, ma semplicemente i più affini, delle fonti di ispirazione. Un po’ più in là c’è Cirano con il suo nasone, pronto a dichiarare guerra al mondo intero pur di mettere a tacere le sue insicurezze.
E infine, dalle casse poggiate sullo scaffale, la musica dei Pearl Jam e la voce di Eddie Vedder che intona Just Breath.
Segni particolari
«Muovo per la conquista della stella, e mi chino, temendo del ridicolo, a cogliere il fiorellino!» (Cirano, atto III, scena VIII).
A volte l’ironia e la follia sono gli unici filtri possibili per affrontare situazioni e problemi altrimenti troppo grandi per noi. Se poi si riesce ad attingere all’autoironia, si è decisamente a buon punto per la soluzione di quegli stessi problemi.
Tag
Napoli, vicoli, rapimenti, riscatto sociale, C.A.O.S.
Dove e quando
A Napoli, tra il 2005 e il 2006.
Come e perché ho deciso di partecipare a IoScrittore
Il Torneo Ioscrittore l’ho scoperto per caso, navigando la sera tra i siti di case editrici e premi letterari ai quali sognavo di inviare quello che scrivevo. Mi ha da subito affascinato l’aspetto democratico della competizione, il fatto che a giudicare fossero gli stessi autori dei testi in gara. E poi, a quanto leggevo, era una delle pochissime se non l’unica porta ancora aperta per sperare di essere letti dagli editor di una grande casa editrice.
Il primo anno partecipai con un testo appena finito di scrivere, al quale ero molto legato emotivamente: arrivai tra i trecento finalisti ma non superai la selezione per i dieci vincitori.
L’anno successivo, con un bimbo appena nato per casa e impegnato a cambiare pannolini com’ero, iscrissi al Torneo un romanzo scritto quasi dieci anni prima. Lo pescai letteralmente dalla memoria del computer, senza neanche aprirlo per rileggerlo. Ero sicuro che sarei stato lapidato, ma almeno così non ci sarei rimasto male.
Ora quel testo è qui: la fortuna aiuta gli audaci, ma se quegli audaci sono anche un bel po’ incasinati ho l’impressione che la fortuna si diverta tantissimo…
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