Be’, se vuoi far conoscere il tuo libro, puoi scegliere diverse strade. Un tempo era più semplice: ti bastava trovare qualcuno disposto a stampare il volume – magari la copisteria sotto casa – e regalarlo ad amici e parenti. In alternativa, dovevi trovare un editore disposto a pubblicarlo e distribuirlo. Queste due strade sono ancora percorribili, ma non sono le sole.
“Mi cerco un editore a pagamento.”
Sono diverse le case editrici che – chiedendo un compenso – offrono un servizio di stampa, distribuzione e promozione di un volume. Per una certa editoria universitaria (visto che questi volume “fanno titolo” nei concorsi e nei bandi), è una prassi diffusa. Capita anche che un autore riceva dall’editore a cui ha mandato fiduciosamente il testo una lettera in cui si loda con forbita aggettivazione il libro e si annuncia la sua imminente pubblicazione… salvo poi chiedere, al momento giusto, qualche migliaio di euro “per le spese necessarie”. In inglese, questo tipo di editoria si chiama vanity press. Va tenuto presente un fatto. Quando l’editore a pagamento ha ricevuto l’assegno dell’autore, ha già ottenuto il proprio obiettivo economico, senza rischiare nulla. Distribuire e promuovere un volume ha invece costi notevoli. Per un editore a pagamento, che ha già risolto il suo conto economico grazie alla generosa collaborazione dell’autore, non ha molto senso fare un investimento che molto difficilmente gli porterà un utile. Gli conviene aspettare e offrire le copie rimaste in magazzino all’autore, che di fronte alla terribile prospettiva di veder macerare il suo capolavoro le acquisterà a caro prezzo, pagandole così una seconda volta.
“Mi pubblico il mio ebook.”
Autopubblicarsi è una delle strade più semplici e rapide. Sono oggi numerose le piattaforme che consentono di pubblicare il proprio capolavoro in ebook. Non costa praticamente nulla. Dal punto di vista tecnico, è una procedura molto semplice e veloce (e se hai problemi, non fari fatica a trovare un amico nerd che s’incarichi della faccenda). Amazon Direct Publishing e Il Mio Libro (la piattaforma del Gruppo Editoriale L’Espresso in collaborazione con Feltrinelli), offrono un servizio di questo genere. Il sito lulu.com, attivo dal 2002 e presente in oltre 200 paesi, ha pubblicato circa 2 milioni di libri. Di recente alcuni di questi servizi consentono di stampare (con un prezzo modico) alcune copie del volume cartaceo ed eventualmente di metterle in vendita: non più solo la versione digitale ma anche quella cartacea.
I problemi e i numerosi svantaggi sono quelli di tutte le forme di autopubblicazione:
# nessuno giudica e seleziona il libro;
# nessuno fa il necessario lavoro redazionale;
# nessuno si preoccupa di promuovere e far conoscerlo il libro;
# nessuno si preoccupa di venderlo.
Se pensi che il tuo romanzo sia buono, merita di essere scelto e valutato.
“Mi trovo un editore.”
In teoria non è difficile. In Italia sono attivi tantissimi editori. E tanti altri continuano a nascere: solo tra il 2015 e il 2015 ben 6746 nuove sigle editoriali, anche se le aziende che hanno più di 500 titoli in catalogo – insomma, quelle che fanno il mercato – sono solo 367. In tutte queste case editrici, vecchie e nuove, lavorano migliaia di persone (l’editore stesso, gli editor, gli scout…) che sono alla disperata ricerca del nuovo capolavoro, del genio nascosto che vincerà in Nobel o del romanzo scalerà le classifiche.
Molti di loro possono sbagliare, ma è assai improbabile che nessuno – in un branco di migliaia di segugi editoriali – si accorga che c’è in giro un’opera davvero importante, bella, vendibile.
Quando pubblica un libro, l’editore rischia. Investe per produrre, distribuire e promuovere il libro, e poi remunera il talento pagando i diritti d’autore (sì, si può anche guadagnare scrivendo libri). Per recuperare questo investimento, l’editore deve vendere più copie possibile. Nel selezionare gli autori, sarà dunque molto selettivo (un editore si caratterizza più per i titoli che rifiuta che per quelli che pubblica). E poi farà di tutto per vendere i loro libri (anche se non è facile: come ha detto J.J. Ballard, “qualunque cretino può scrivere un libro, ma per venderlo ci vuole un genio”).
Però c’è qualche problema. Le case editrici – soprattutto quelle più note – vengono sommerse ogni settimana da decine di proposte. Poi non tutte le case editrici pubblicato di tutto: ogni editore (e ogni editor) ha le sue specifiche aree di intervento, il suo gusto, le sue peculiarità: ma che cosa ne può sapere un autore esordiente di un mondo così complesso?
Naturalmente un editore può sbagliare. Anzi, gli editori sbagliano molto spesso. Melville faticò moltissimo a trovare un editore per Moby Dick, Virginia Woolf rifiutò Ulisse di Joyce, Elio Vittorini Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa. Che ciò nonostante trovarono un editore, divennero successi mondiali e oggi sono tre classici.
Insomma, puoi avere fortuna (magari con l’aiuto di una rete di conoscenze), ma devi anche essere molto paziente e insistente. Bisogna anche sapere come presentare un proprio romanzo inedito a un editore, evitare i principali errori che commette la maggior parte degli aspiranti scrittori, tutti argomenti che tratteremo più approfonditamente nei prossimi post.
“Mi cerco un agente.”
Quello che un autore non sa, lo sa l’agente letterario – o almeno dovrebbe saperlo. Dovrebbe conoscere le case editrici e la tipologia della loro produzione. Dovrebbe conoscere le collane e i loro editor, compresi i gusti ed esigenze. Dovrebbe essere in grado di valutare la qualità del tuo manoscritto e il suo potenziale di vendita (e dunque quanto può spuntare d’anticipo nella trattativa con l’editore). Un bravo agente letterario conosce i meccanismi editoriali (dal diritto d’autore ai meccanismi di marketing).
Attenzione: di norma l’agente letterario (ma anche cinematografico) non viene pagato dall’editore, ma dall’autore (in genere riceve una percentuale sui guadagni). Dunque l’agente lavora per l’autore, cercando di soddisfare le sue esigenze, a cominciare dalla massimizzazione dei guadagni (sul breve o sul lungo periodo).
Dal punto di vista dell’editore, è conveniente trattare con gli agenti perché, per cominciare, hanno già selezionato i manoscritti più interessanti: quelli in cui ha ritenuto conveniente investire il suo tempo e il suo denaro. In secondo luogo, se si crea un rapporto di fiducia, l’editor (o l’editore) sa che l’agente conosce i suoi interessi e le sue esigenze e dunque gli manda (almeno in teoria) solo i libri “giusti”.
Anche qui c’è un problema: anche gli agenti letterari sono (e devono essere) molto selettivi. E poi sono molto meno numerosi degli editori e sono meno riconoscibili, perché il loro nome non figura sulle copertine dei libri. Ma in rete non è difficile trovare le principali agenzie letterarie italiane e i loro recapiti (nel prossimo post cercheremo di spiegare come presentare il proprio testo a un editore o a un agente).
“Partecipo a un concorso letterario”
Per farsi conoscere e selezionare, c’è un’altra strada: partecipare ai concorsi letterari riservati agli esordienti. È un meccanismo che risponde a una delle richieste più frequenti di chi ha creato un’opera: quanto vale il mio lavoro? È un buon libro? O fa schifo?
In Italia i premi letterari – anche quelli rivolti agli esordienti – sono numerosissimi, con varie formule. In genere a selezionare i testi è una “giuria tecnica”, ovvero un gruppo di esperti (per esempio critici letterari o professori di letteratura). A volte invece a leggere e giudicare le opere è una “giuria popolare”, fatta di lettori comuni.
Anche in questo caso, diffidate dei concorsi che chiedono una tassa di iscrizione troppo alta. Anche in questo caso, ci sono premi più o meno prestigiosi.
IoScrittore è un torneo letterario gratuito che utilizza un meccanismo particolare: a giudicare le opere sono gli altri partecipanti al torneo. Nella prima fase leggono e giudicano gli incipit (ovvero le prime pagine del romanzo), nella seconda leggono e giudicano l’intera opera, fino a selezionare i vincitori di ogni edizione. Oltre al giudizio, la lettura dei colleghi-rivali può offrire anche alcuni consigli per migliorare l’opera (diciamo che arrivano diversi spunti di editing, a volte preziosi).
Che questo meccanismo sia utile lo dimostra il fatto che chi partecipa a più edizioni di IoScrittore in genere migliora la propria classifica.
Grazie al torneo, numerosi autori hanno raggiunto la fama diventando scrittori stimati e conosciuti, solo per citarne alcuni: Valentina D’Urbano, pubblicata non solo in Italia ma anche in Germania e in Francia; Giuseppe Marotta, ormai al suo secondo libro per Corbaccio; Ignazio Tarantino, il cui romanzo è stato recensito entusiasticamente dalle principali testate italiane; Ilaria Tuti, autrice del libro d’esordio più venduto del 2018 in Italia e in via di pubblicazione in 25 Paesi.
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