Hanne Ørstavik arriva dal profondo Nord, è nata a Tana un paesino della Norvegia di tremila abitanti e a 16 anni si è trasferita a Oslo. Scrittrice e intellettuale tra le più interessanti nel panorama europeo, ha pubblicato quattordici romanzi, tradotti in ventisei lingue, vincendo numerosi premi. Questa volta i consigli per aiutare chi ha un romanzo nel cassetto, li abbiamo chiesti a lei. Il primo romanzo di Hanne Ørstavik pubblicato in Italia, A Bordeaux c’è una grande piazza aperta (Ponte alle Grazie), è stato definito da Repubblica: “Un Aspettando Godot dell’amore per interrogarsi sul sentimento più scivoloso che ci sia.” Sempre da Ponte alle Grazie è uscito anche il suo secondo romanzo, Amore.
“Hanne Ørstavik si riconferma la grande ‘pittrice’ della letteratura norvegese.” M.R. Granlund
Come hai pubblicato il tuo primo romanzo?
Sono norvegese, e in Norvegia si manda il manoscritto direttamente all’editore. Io l’ho mandato alla mia casa editrice preferita, Oktober Forlag, e dopo una lunga attesa di fronte alla cassetta delle lettere (era nel 1993, prima dell’email), mi hanno scritto che erano interessati e volevano incontrarmi. Era capodanno. Nell’autunno il romanzo è uscito.
Che cosa ti ha dato il rapporto con la tua editrice?
È un rapporto importantissimo e profondo. È la mia prima lettrice fuori da me stessa. Ho bisogno di molto supporto, che lei mi aiuti a credere in quello che scrivo. Non ho bisogno che intervenga, e non lo fa. È una lettrice che ascolta il mio testo e se mi fa domande sul testo, so che lo fa perché ci sono cose che posso ancora fare.
Quando scrivi pensi a un lettore ideale?
Penso solo a me, io sono il mio lettore ideale. Scrivo il testo di cui ho bisogno io. Ma sono molto grata che esista la mia editrice, mi rende sicura che lei sia lì, nel mondo, accanto a me con il testo, perché so che è tanto leale al mio progetto.
Che importanza hanno le riscritture?
Non riscrivo mai. Scrivo di più, dove ci sono punti vuoti o buchi che vedo dopo. Ma non riscrivo. Aggiungo.
Quali consigli daresti a un aspirante scrittore?
Fai a modo tuo. Non esiste un modo giusto, esiste solo il tuo. Cerca quello che ti aiuta, quello che ti fa credere in te e nel tuo testo. Sii molto selettivo nello scegliere le persone a cui far leggere il tuo testo. Segui la tua intuizione, lo stomaco. Non pensare. Scrivi quello che hai da scrivere.
Quanto la tua creatività artistica e la tua scrittura sono influenzate dalle altre arti?
Non ascolto quasi mai la musica, sono “molto visuale”, sono molto interessata alle forme e alle strutture, nei film, in architettura o nell’arte visiva, disegni, quadri, video, sculture, tutto. A volte, come in A Bordeaux c’è una grande piazza aperta, la mia protagonista è una artista. Questo mi dà la possibilità di riflettere sull’arte, una riflessione che riguarda sia la scrittura che le altre arti. E poi, trovo che la forma di un romanzo, che per me è fatta anche dalle linee, dalla geometria del testo, fa parte del senso del testo, dà al testo un livello di senso in più. Anzi, quando scrivo vedo il testo come una struttura architetturale, è fatto di parole, ma diventa uno spazio, fisico, voglio aprire questo spazio, per poterci entrare, corporalmente, farci entrare anche i lettori, poter essere lì.
I giudizi della stampa:
“Hanne è bravissima a raccontare la disperazione della solitudine, della difficoltà di essere amati e amare, di incontrare l’altro veramente: temi di cui a volte la letteratura contemporanea ha paura e lei invece indaga senza pudore. È straordinario come riesca a trasformarli in arte.” Daria Bignardi, Vanity Fair
“Arriva per la prima volta in Italia un romanzo di Hanne Ørstavik, la pluripremiata e intensissima scrittrice norvegese, 48 anni, bellezza insidiosa alla Giovanna d’Arco e stile crudo e raffinato. Nel quale risaltano le passioni per l’esistenzialismo francese, Carl Gustav Jung, Virginia Woolf.” Elisabetta Muritti, D – la Repubblica
“Un vero capolavoro, che mostra il controllo assoluto dell’autrice sulla scrittura. Hanne Ørstavik racconta i desideri carnali, il sentirsi traditi, in una prosa senza veli e sicura, alla quale è impossibile resistere. A tratti si è lì, nel corpo del narratore.” Expressen
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