Venezia, XVII secolo. Pietro Zane, ingegnere militare accusato di alto tradimento, attende nella sua cella il verdetto che lo assolverà o decreterà la sua condanna a morte. Oltre all’odore lontano dei canali, solo le visite di un uomo misterioso della Confraternita dei Sette Dolori riescono ad alleggerire la sua solitudine, donandogli qualche briciola di consolazione.
Vincendo a fatica la propria diffidenza, Zane gli racconta il tortuoso cammino che l’ha condotto fino a quella squallida prigione: il flagello della peste, il rapporto ossessivo con la madre, gli studi fallimentari e le delusioni dettate dalle proprie incapacità, la gelosia nei confronti di Alvise Valier, il geniale collega morto misteriosamente nelle acque dell’isola di Candia, dove avrebbe dovuto realizzare le fortificazioni per arginare l’avanzata turca. Pur sentendosi inadeguato, Zane si era rimboccato le maniche e aveva preso il suo posto, ma al ritorno in patria non era stato accolto dal tripudio che si aspettava, bensì da un magistrato pronto ad arrestarlo.
Cos’era successo a Candia nel frattempo? La fortezza che aveva costruito con tanto impegno era stata abbastanza solida da respingere i turchi? E chi era quell’uomo che approfittava della sua debolezza per estorcergli informazioni?
Alcune risposte verranno a galla dal fondo limaccioso dei canali, altre resteranno forse chiuse per sempre nell’oscura umidità della sua cella.