Maria è la giovane madre di due bambini: Marco è altruista e coraggioso mentre il piccolo Giovanni è timidissimo, dotato di una sensibilità fuori dal comune e al tempo stesso insensibile agli eventi che lo circondano, tanto da trascorrere ore e
ore solo in compagnia di se stesso e dei suoi Lego.
La loro vita si svolge secondo una ranquilla routine, fino a quando le condizioni di salute di Giovanni non peggiorano di punto in bianco: otite, varicella, bronchite. Per non dire che il bambino all’età di tre anni non parla ancora. Inizia così a sgretolarsi quello che si rivela un fragile equilibrio familiare: il padre se ne va di casa, Maria è invece costretta a un estenuante carosello tra medici e specialisti, sostenuta dalle premure di un amico dottore. Benché nessuno sappia con precisione diagnosticare il male di Giovanni, né tanto meno proporre una terapia adeguata, Maria non perderà mai la speranza.
Abitavamo in un bosco di querce è un diario intimo e toccante in cui le parole poetiche ed evocative ci aiutano a penetrare l’animo di una madre combattuta tra la paura del presente e l’incrollabile fiducia in un futuro migliore. Uno sguardo delicato e pieno di grazia su cosa significa essere donna e madre.