Ogni pilota in cabina di pilotaggio ha un diario di bordo in cui registra quello che accade in volo; il flight book di Amelia, invece, è chiuso nella sua stanza, come lei. E non registra informazioni sul viaggio, ma custodisce i pensieri, i dubbi, i segreti di una diciottenne che non potrà mai realizzare il suo sogno di diventare pilota di linea. Perché Amelia è affetta, fin dalla nascita, da una grave malattia cardiaca. E ora che si sente in pieno stallo, che avverte vicina la fine del suo viaggio, inizia a scrivere, rivolgendosi al Comandante che sta nei cieli. Scrive per mettere ordine nella sua vita, per trovare una risposta alle domande che fa fatica a porsi, per lasciare qualcosa di sé ai suoi genitori… per fermare il tempo, forse. Nella realtà, l’unico modo che ha di fermarlo è entrare nel simulatore di volo che il padre le ha costruito in camera e viaggiare, almeno con la fantasia.
Un romanzo tenero e commovente, tra le cui pagine la straordinaria protagonista ci accompagna e trascina, ricordandoci l’importanza di guardare ogni tanto la realtà da un punto di vista un po’ più distante, più alto, come ali di aereo che superano le nuvole.