Il poeta cammina. Attraversa i boschi, ascolta il rumore del suo passo, dorme dove capita e non importa come. Non si sente a casa da nessuna parte. I suoi vestiti sono logori e patisce i morsi del freddo, ma in tasca ha un manoscritto. È la sua ragione di vita, atto d’amore verso la poesia. Per questo ha lasciato la sua casa natale e un padre e una madre che non lo capiscono, forse lo odiano, di certo lo osteggiano. Per questo deve andare a Firenze, e mostrare il frutto della sua passione al mondo dei letterati. Il poeta inquieto è Dino Campana, il suo manoscritto è Il più lungo giorno, che andrà perduto e che il poeta riscriverà a memoria… Questo romanzo racconta invece la storia di Dino, un uomo innamorato, pervaso da una forza che nemmeno lui conosce fino in fondo, ma che lo spinge ad andare sempre oltre. Fino a scontrarsi con il mondo falso degli intellettuali, uscendone con le ossa e l’anima rotte ma trovando l’amore di Sibilla Aleramo, l’unica che l’ha riconosciuto per quello che era. Perché Dino Campana non era pazzo ma poeta, e solo il tempo gli renderà giustizia. Questa storia racconta la sua lunga corsa dietro a qualcosa che lui stesso chiamerà con l’unico nome possibile: la Chimera.