Venezia, 1555. Un delitto efferato si consuma in calle Minio: Anzolo Tònega, rispettato cittadino e abile artigiano amico di Tiziano, uccide accecato dalla rabbia la moglie Ana, all’ottavo mese di gravidanza.
Mentre si libera del corpo della donna gettandolo in un canale, i suoi pensieri vanno già all’amante, la raffinata prostituta Madalena Santolini, che adesso potrà finalmente sposare.
Gli eventi, però, non seguono il corso previsto. Madalena è tormentata dalle sue radici ignote, e non è sicura di voler trascorrere la sua vita vicina ad Anzolo. Il cadavere di Ana, intanto, viene ripescato e del caso inizia a occuparsi l’integerrimo Martìn Navagèr, magistrato dell’Eccelso Consiglio dei Dieci, con l’aiuto del chirurgo Zanandrea dela Crose.
L’intuito del consigliere Navagèr sarà sufficiente? Oppure un innocente finirà in carcere?
Tra le acque placide e gli angoli bui della città non è facile distinguere ciò che è reale da ciò che non lo è: denunce anonime, minacce, amori e nuovi omicidi sono solo una delle facce di questo romanzo, spiazzante e travolgente come la vita frenetica della Venezia che fa da sfondo. O da protagonista.