Cinquant’anni, età di bilanci, di riflessioni, di ricordi.
A cinquant’anni la felicità fa paura più che a venti.
Ne sa qualcosa la voce narrante di questo romanzo, che alla soglia della mezza età ricorda un anno di trent’anni prima, quando tutto era ancora possibile. Anche l’impossibile.
L’anno in cui il protagonista, con alcuni amici e compagni di studi, fondò una compagnia teatrale, l’anno in cui il gruppo fu colpito da una serie di morti inspiegabili, incidenti troppo strani per essere tali, forse omicidi raffinatissimi e ben studiati.
Possibile che dietro quelle morti ci fosse la mano di Yvonne, la sua ragazza di allora, bella quanto ingannevole?
Oppure c’è qualcosa in più, qualcuno che potrebbe tornare a colpire?
Quanto contano davvero nella vita di un uomo la felicità, la realizzazione dei sogni, dai più banali ai più profondi?
Una storia non convenzionale, un thriller dell’anima scritto con uno stile arguto e intelligente, che racconta il nostro recente passato e il nostro presente e quella lunga, incurabile malattia chiamata giovinezza.