La vita nelle campagne siciliane del Settecento è dura, amara e talvolta persino crudele. La realtà di Gavita, un piccolo feudo intrappolato tra le colline, non è certo diversa; i contadini modulano la loro misera esistenza secondo i ritmi delle stagioni e della natura, nutrendosi di ciò che offre la terra. Nella comunità vivono anche Liborio e Anna, una giovane coppia innamorata che cerca in tutti i modi di mettere al mondo un figlio. La sorte, però, si accanisce contro di loro e ogni gravidanza della donna porta solo dolore e disperazione.
A ciò si aggiungono le angherie dei signorotti locali, che vessano la povera gente con leggi ingiuste e violente, la carestia causata dall’invasione delle cavallette e i troppi lutti che attanagliano Gavita.
Una lingua antica e suggestiva, un sofferto viaggio a ritroso nel tempo, un racconto per immagini vivido e toccante: La legge del feudo ci restituisce la dimensione reale, mai edulcorata, di un’epoca e di una società in cui la superstizione e la magia sono ancora l’unico rifugio per il popolo inerme, nonostante gli ideali del secolo dei Lumi stiano cominciando a diffondersi.