14 febbraio 1978. Rocco corre su una spiaggia abruzzese. La linea dell’orizzonte è spezzata da un ammasso informe, un sacco da cui spunta un gomito. Una donna dal volto antico lo osserva nascosta dal rottame di una barca.
14 febbraio 2008. La voce alla radio annuncia il macabro ritrovamento di un sacco nero di resti umani, sulla stessa spiaggia. Rocco, sconvolto dalla notizia, perde il controllo della macchina e si ritrova in ospedale.
Aveva ormai dimenticato quell’episodio di trent’anni prima, quella che a lui e sua moglie era sembrata in tutto e per tutto un’allucinazione.
Ma tutto corrisponde, anche una misteriosa freccia rossa e una M dipinte su un muro: la tranquillità del paesino di San Vito sta per diventare soltanto un ricordo lontano.
Le indagini sono affidate a un anziano questore napoletano e a un dirigente del commissariato, misogino e disilluso, mentre l’ambiziosa curiosità di una giornalista albanese rivela particolari imprevedibili.
Un assassino insospettabile, due cadaveri vittime di un patto folle. Storie d’amore che finiscono male e nuove relazioni che liberano da ricordi dolorosi fanno da sfondo a un caso inquietante che riporta alla luce un passato surreale, creduto sepolto.
Il tempo passa, ma certe linee non si cancellano.