Il destino è un fiume carsico, capace di inabissarsi per lunghi tratti, lungo la linea del tempo, per poi riapparire all’improvviso e travolgere vite e situazioni. La Storia può essere un sortilegio sotterraneo, sorgente d’amore e radice di maledizione, capace di ridefinire i luoghi e rimescolare le carte dell’esistenza. Quattro famiglie italiane a cavallo del Novecento intrecciano le loro vicende, dal Friuli alla Toscana, dal Brennero alla valle dell’Agri, riversando passioni e viltà, ipocrisie e grandi gesti, nefandezze oscure e piccoli eroismi nel grande fiume della storia di un Paese scintillante e martoriato. Il filo conduttore è un processo, ai giorni nostri, in cui Clara, Alexandra e Pietrangelo rischiano molto delle loro giovani vite a causa di un gesto eclatante, una sfida violenta e simbolica portata alla potente Multinazionale, responsabile dello scempio di un territorio e della morte di persone. Di fronte a loro, in una capriola del fato, c’è Antonio, il giudice che ha stabilito un nesso tanto sottile quanto resistente tra lui e gli imputati, che risale nel tempo. I volti che ha davanti, le colpe che deve giudicare non gli sono totalmente estranei.
Un affresco potente, composto da una spirale di percorsi intimi, da un tratto particolare e attento sullo sfondo di un Paese, l’Italia, la cui storia resta segnata da slanci, mediocrità e colpe inconfessate e dove ogni possibilità di futuro è comunque legata alla capacità individuale di guardarsi dentro e di assumersi le proprie responsabilità.